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Partendo da antichi studi di viaggiatori Giuseppe Ripa ha realizzato un lavoro sulle rovine di Angkor in Cambogia. L'occhio si posa su un mondo che conserva il suo mistero, ma nel contempo sembra disponibile a svelarlo a chi sa attendere, sa osservare, sa riflettere senza lasciarsi troppo sedurre dalla meraviglia che pure segna in modo evidente la sua presenza. Ci si aggira in questo vero e proprio universo immaginifico con la sensazione di essere di fronte non a pietre, ma a presenze che conservano una intensissima vitalità: le radici di alberi che affondano nei templi fino a fondersi con essi in una splendida metafora, i frammenti di colonne e architravi che ora ostruiscono un passaggio e ora suggeriscono un nuovo percorso, i tanti volti di Buddha che sorridono enigmatici dai bassorilievi di pietra non sembrano appartenere solo al passato.